Università e pensione: scegliere la prima non può precludere la seconda
In Italia raggiungere una pensione dignitosa sta diventando una chimera. Chi ha scelto di investire sul proprio futuro, e quindi su quello dell’intero Paese, rischia di non avere una vecchiaia dignitosa. Lo Stato riconosca gratuitamente i contributi pensionistici per gli anni investiti nello studio
Età anagrafica e anni di contribuzione sempre più alti per averne diritto, fanno seriamente rischiare, a chi sta investendo sul proprio futuro, e su quello dell’intero Paese, di restare tagliato fuori da un trattamento pensionistico dignitoso, vista, anche, la difficoltà di garantire una contribuzione continuativa dovuta a una precarizzazione sempre più spinta delle realtà lavorative. Oltre al danno, anche la beffa. Questa petizione è rivolta a tutti: a chi sta studiando, a chi ha studiato, a chi sta a cuore che l’Italia sia ancora un paese in cui valga la pena studiare, senza dover posticipare la propria età pensionabile di cinque anni, o di cominciare a fare i progetti per una famiglia cinque anni dopo gli altri. Ora o mai più. Perché la ricerca di un lavoro dopo aver sacrificato gli anni migliori della propria esistenza non è più sinonimo di una vita migliore, per cui valga la pena sacrificarsi, anzi, mai come oggi è così concreta la visione di una risicata sopravvivenza e una pensione indegna e, forse, mai raggiungibile. Uno Stato che voglia vincere la sfida di un futuro sempre più competitivo, non può spingere la propria gioventù ad abbandonare la propria formazione. Un giusto incentivo, per spingere i giovani a credere ancora in uno Stato che investe su di loro, è riconoscere, gratuitamente, come contribuzione pensionistica, gli anni di formazione universitaria, una volta che la laurea sia conseguita. È un giusto e concreto riconoscimento da parte delle istituzioni verso chi si impegna per migliorare il prestigio e la professionalità della nazione e dei suoi cittadini. Si riconoscano gratuitamente il contributo minimo e gli anni di formazione universitaria, eventualmente con un riscatto automatico gratuito di ciascun anno di formazione universitaria, ogni tre anni di contributi lavorativi, maturati in Italia, successivamente al conseguimento della laurea. Non è un regalo, è un atto di giustizia sociale e un investimento dello Stato nella sua gioventù, che in quel periodo lavora a tutti gli effetti, con sacrificio, impegno, senza orario e senza stipendio. Dai il tuo contributo a questa iniziativa.