Cancelliamo per sempre la legge Brunetta “antifannulloni”: i dipendenti pubblici non lo sono
Tutti i dipendenti pubblici sono stati puniti da Brunetta perché ha deciso che sono "fannulloni" . I primi 10 giorni di assenza per malattia è decurtato lo stipendio. Nessun governo successivo ha modificato questa norma che si fonda su uno stereotipo gravemente offensivo ed inaccettabile
Il 25 giugno 2008 viene emanato il decreto-legge n. 112/2008, il cosiddetto decreto “anti-fannulloni”. A questo fanno seguito una serie di circolari attuative ed esplicative. L’articolo 71 della Legge Brunetta (governo Berlusconi IV), che oggi presiede il CNEL, organo che Renzi voleva abolire perché obsoleto e parassitario, impone la decurtazione dello stipendio dei lavoratori pubblici per i primi 10gg di malattia e rende obbligatoria la visita fiscale anche per un giorno di assenza. La motivazione è che i lavoratori pubblici sono fannulloni. Questo si tratta
1- di una grave offesa arbitraria su una intera categoria 2- di un bieco strumento per fare cassa sulle spalle dei lavoratori, per aumentare il plusvalore sul dipendente pubblico già sottopagato e supertassato.
È difficile colpire selettivamente i veri fannulloni e assenteisti che invece riescono a farla franca perché coperti da qualcuno o il “fan..nullonismo” dei politici in Parlamento, è invece più facile colpire insegnanti o altre importanti figure pubbliche che svolgono lavori usuranti e a rischio come la cronaca purtroppo quotidianamente ci racconta.
Questi lavoratori talvolta eroici, se si ammalano anche per un solo giorno devono produrre celere certificazione medica. D’accordo, ma perché tagliare poi la retribuzione della giornata lavorativa? Se si è ammalati non si è fannulloni. A meno che non siano inattendibili le certificazioni stesse, allora i medici sono incompetenti o corrotti, altra offesa gratuita su altra categoria encomiabile? 3- Si tratta inoltre di uno dei tanti attacchi politici allo statuto dei lavoratori e ai valori costituzionali (art. 1).
Sosteniamo, per il nostro futuro e quello dei nostri figli, una proposta di abrogazione della legge Brunetta.